Settimana Santa di Caltanissetta – La Real Maestranza

L’istituzione storica più antica di Caltanissetta è certamente la Real Maestranza.

Le sue origini risalgono al medioevo; ricostruirne la storia non è cosa facile. Volendo partire da dati certi, bisogna risalire all’impero di Carlo V. Nel 1520 le maestranze cittadine si propongono con le caratteristiche di milizie artigiane in difesa delle coste e delle terre interne continuamente insidiate dai turchi e dai pirati, come avveniva in tutto il Mediterraneo.

Nel 1551, queste milizie ottengono il diritto di riunirsi in Corpo Unico di Milizia Cittadina comandato da un Capitano d’arme. I suoi compiti di polizia municipale proseguono nel XVII secolo e nell’età barocca, quando la milizia partecipa alle processioni dei santi protettori della città ed ai riti della Settimana Santa.

Risale al 1806 la vicenda che permise alla Maestranza di fregiarsi del titolo di Reale: Ferdinando IV di Borbone, in visita alla città di Caltanissetta, fu accolto dall’imponente spettacolo delle maestranze cittadine in solenne corteo; positivamente impressionato e grato, il re volle insignire la Maestranza del titolo di Reale.

Dopo le vicende rivoluzionarie dell’inizio dell’Ottocento, al ritorno dei Borbone, il corpo fu smilitarizzato, anche per cancellare ogni velleità di ribellione. In questo periodo, le insegne della Real Maestranza divennero quelle che oggi ammiriamo nelle processioni: il Santo protettore di ciascuna categoria è posto al centro di un campo bianco, che era il colore del casato dei Borbone.

Dopo l’unità d’Italia, l’originario nastro blu, rosso e verde viene sostituito dal tricolore nazionale. Verso la fine dell’Ottocento, la Real Maestranza perde anche alcune prerogative civiche e contrattuali che aveva esercitato da secoli.

Ma proprio in quei decenni la Real Maestranza si integra sempre più nel tessuto religioso della città, continuando ad esprimersi attraverso gli antichi rituali militari, eleggendo i propri Capitani, gli Alfieri maggiori, gli Scudieri, i Portabandiera e gli Alabardieri.

Nella prima metà del Novecento continuò a realizzare una sua significativa presenza nella vita cittadina, alternando periodi di splendore a qualche momento buio.

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